Alcol da vini doc per fronteggiare la carenza di disinfettante
Il prodotto invenduto diventa gel igienizzante o bioetanolo. Coldiretti: vigilare su rischio speculazioni
PROVINCIA – Circa 1.000 ettolitri di vino Doc della provincia, provenienti da vigneti di uve sia bianche che nere, diventeranno distillazione di soccorso per fronteggiare la carenza di alcol da utilizzare come disinfettante di fronte all’emergenza Covid che ha determinato lo sconvolgimento del mercato enologico.
Plauso di Coldiretti in riferimento all’annuncio del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova di voler estendere le risorse ancora disponibili del Ministero per la distillazione anche ai vini a denominazione “aumentando il tipo di intervento per renderlo di interesse delle aziende” tenendo conto peraltro che dei 100 milioni stanziati per la riduzione volontaria delle rese produttive per i vigneti a Docg, Doc e Igt ne sono stati utilizzati all’incirca 39 milioni.
È necessario tuttavia garantire una maggiore semplificazione e convenienza per i produttori di uve ma anche vigilare sul rischio delle speculazioni, sostiene Coldiretti.
“Le vendite di vino – sottolinea il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – sono in calo del 4% nel primo semestre del 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus. Sul mercato interno a pesare sono le difficoltà del mercato nella ristorazione a cui sono destinate proprio le bottiglie di più elevata qualità”.
Una produzione tricolore destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.
“L’andamento della vendemmia che si prospetta di buona qualità è incoraggiante – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – ma serve sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che, sulla scia del #iobevoitaliano, non dimentichiamolo, rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy”.