Alessandria preoccupa. E il Piemonte sale più della Lombardia
ALESSANDRIA – Addio alla resilienza di Alessandria: l’ultima quaterna di numeri resa nota dall’Unità di crisi regionale per il coronavirus evidenzia infatti una preoccupante crescita dei contagi in provincia.
«Purtroppo abbiamo sorpassato tutti – conferma il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo – Tra venerdì e la giornata di ieri sul territorio abbiamo avuto ben 65 nuovi positivi (14 venerdì, 14 sabato, 16 domenica e 21 ieri, ndr) e nella consueta settimana che prendiamo in esame siamo arrivati a 20 episodi per 100mila abitanti superando pure l’Italia (che è a 19,7), che corrispondono a 84 casi ogni sette giorni e 12 ogni ventiquattr’ore di media. Per fare chiarezza, un livello che non raggiungevamo addirittura dal 14 maggio, appena dieci giorni dopo l’inizio della Fase 2».
Che passo indietro
Come sta il Piemonte, invece? «Continua la sua ascesa, tanto da aver superato la Lombardia, ferma a 14,7 casi per 100mila abitanti, con 17: il che, tradotto, vuol dire 736 episodi a settimana e 105 al giorno, cifre che non ricorrevano dal 22 maggio. Senza dimenticare che abbiamo nuovamente superato l’Emilia Romagna come seconda regione più colpita in Italia dopo, ovviamente, la Lombardia».
Quali sono le province messe peggio? «Il +154 regionale è trainato come al solito da Torino, Cuneo e Novara, ma stavolta dobbiamo aggiungere pure Alessandria, che raggiunge proprio Novara con l’11,4% dei contagi – analizza Bianchi – Allargando lo sguardo all’incremento percentuale settimanale, il Piemonte resta comunque alla metà del nostro Paese, fermo al 4%, ma alcuni dati fanno preoccupare e non poco, perché ad esempio il Cuneese è arrivato addirittura al 3,7%. Alessandria è al +2%, ma appena sette giorni fa era allo 0,8».
I ricoveri iniziano a preoccupare? «Salgono le terapie intensive, +5 in sette giorni, così come gli ospedalizzati (+42) e gli isolati (+284). Il tutto, almeno negli ultimi giorni che possiamo prendere in esame, a fronte di un numero non elevatissimo di tamponi, perché abbiamo una media di 3.600 test eseguiti, mentre ad esempio quella di settembre è di 5.400».
Quante persone vengono testate? «A settembre la media è stata di 246 tamponi ogni 10mila abitanti, ma con appena 137 soggetti presi in esame (la media italiana è di 240). Numeri che fanno capire quanto ancora ci sia da fare in tal campo, perché peggio di noi stanno facendo solamente le Marche. Il che – conclude il professore – si traduce in poco tracciamento ma con una percentuale di positività elevata: 3,8% sulle persone a fronte di un 2% di media a 7 giorni sui tamponi».