L’Unesco sarà l’arma vincente?
La presentazione del Comitato gente del territorio con i sindaci di Alessandria, Casale e Castelletto
ALESSANDRIA – L’Unesco potrebbe essere l’arma in più per evitare i depositi di scorie nucleari.
Si tratta di una delle proposte sorte nel convegno su zoom in cui è stato presentato il Comitato Gente del Territorio della provincia di Alessandria, progetto cui aderiscono i Comuni di Alessandria, Casale e Castelletto Monferrato.
L’incontro è stato promosso dal Club Unesco di Alessandria, guidato dal presidente Micaela Pittaluga. Hanno partecipato Alessandro Provera, avvocato e docente universitario, Veronica Dini, avvocato esperta di diritto ambientale, il sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco, il sindaco di Castelletto Monferrato Gianluca Colletti e il sindaco di Casale Federico Riboldi. Nel corso del convegno è intervenuto anche Alberto Maffiotti del Club Unesco di Vignale, da poco passato dalla direzione dell’Arpa di Alessandria a quella di Torino.
Come ha spiegato Alessandro Provera, l’obiettivo principale del comitato è l’elaborazione degli argomenti culturali e scientifici da portare al decisore pubblico che dovrà scegliere il sito per i depositi nucleari. Tra i temi su cui fare leva ci sono le falde acquifere a piano campagna pericolose per questi impianti, territori coinvolti a forte vocazione agricola e con prodotti di prima qualità conosciuti in tutto il mondo, la vicinanza a centri abitati.
I depositi si troverebbero inoltre al confine con l’area Patrimonio dell’Umanità Unesco con il rischio serio che il Monferrato perda questo riconoscimento con gravi conseguenze economiche per tutta la provincia. Un’eventualità che ha già dei precedenti in Italia e in Europa. Questo problema potrebbe essere nato dal fatto che gli studi per l’individuazione dei possibili siti sono stati compiuti alcuni fa, probabilmente prima che il Monferrato divenisse Patrimonio dell’Umanità. Potrebbe essere un argomento molto importante da portare sul tavolo di chi dovrà scegliere il sito. L’avvocato Veronica Dini ha suggerito di cercare di ricorrere a un intervento scritto dell’Unesco, che certamente avrebbe un peso non da poco.
Il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco ha aggiunto che in realtà gli studi compiuti per individuare i siti sono superati non solo per questa questione ma più in generale per come sono completamente cambiate le prospettive del territorio alessandrino negli anni successivi. «All’epoca – dice – eravamo il ventre molle dell’economia italiana, un’area depressa che poteva essere ragionevole scegliere per questi depositi. Ma ora stiamo seguendo un modello di sviluppo molto diverso. Abbiamo adottato lo Strumento della coesione territoriale che comprende 33 comuni, anche della provincia di Asti, per uno sviluppo di tipo socio- economico che riguarda l’ambiente, l’agricoltura e il turismo: siamo i primi in Italia e proprio per questo chiederemo dei fondi cospicui dall’Europa. Pur in piena pandemia stiamo risalendo dopo anni di difficoltà, importanti realtà produttive stanno scegliendo l’Alessandrino».
Sono sessanta i giorni per presentare la documentazione contro i depositi e giustamente viene chiesta la proroga, considerando il poco tempo a disposizione e le difficoltà frapposte dalle limitazioni dovute al Covid 19. L’avvocato Veronica Dini ha però giustamente invitato ad agire velocemente per preparare le obiezioni nel caso non fosse concesso nessun rinvio.
Su otto possibili siti individuati in Piemonte, ben sei sono in provincia di Alessandria. Sembra quasi una condanna ma gli argomenti sollevati in questo convegno appaiono solidi e consistenti. L’importante ora è che le forze del territorio si muovano in modo unitario, supportate da un lavoro di carattere scientifico e culturale adeguato.