Il professor Chichino incontra gli studenti del Marconi
L'infettivologo ha risposto alle domande dei giovani tortonesi in un incontro organizzato dal Rotary Club locale
TORTONA – Intenso momento di formazione, organizzato dalla sezione Rotary Club di Tortona Distretto 2032, in vista della partecipazione dell’Istituto Marconi al bando nazionale del concorso Rotary ‘Emergenza sanitaria ed economica: tra diritti, libertà sospese, solidarietà e interessi comuni: il ruolo delle istituzioni e dei cittadini’. Guido Chichino, neo-direttore del dipartimento internistico di Alessandria e membro onorario rotariano, si è reso disponibile ad incontrare i giovani per riflettere con loro sull’esperienza maturata in un anno di lotta al Covid-19.
L’intervista preparata dagli studenti del triennio di entrambe le sedi del Marconi è stata realizzata nella mattinata del 4 febbraio 2021, in web-meeting con diverse classi in presenza, nelle loro rispettive aule, ed altre in collegamento a distanza. Sono intervenuti il dirigente scolastico Guido Rosso e il presidente del Rotary tortonese Traversa. In poco meno di un’ora il professore ha risposto con chiarezza e semplicità alle decine di domande poste dagli studenti; i quesiti riguardavano le criticità insorte durante l’emergenza, i paragoni con altre malattie fortemente infettive come SARS ed Ebola, infine si è soffermato sulla produzione e sull’efficacia dei vaccini.
Infettivologo, insieme al suo staff di medici e infermieri ha affrontato la pandemia con lo stesso carisma e la stessa preparazione con cui ogni giorno combatte eventi infettivi di minore portata epidemiologica, senza essere citati dalla cronaca, ma che ci sono sempre. Lo stress lavorativo del personale ospedaliero è stato affrontato garantendo a tutti, nel limite del possibile, adeguate ore di riposo: “Il personale sanitario stanco lavora in condizioni difficili – afferma il dottore – e nel pieno della pandemia, i ricoverati sono arrivati ad essere più di 200. La vera emergenza, nonché grande difficoltà, è legata alla diffusione del virus a tutti gli strati della popolazione, difficilmente controllabile e con un andamento definito a “dente di sega”. Inoltre gli ospedali, soprattutto durante la prima ondata, si sono trovati impreparati”. Interrogato su come immagina l’ospedale del futuro, il professore non ha dubbi: “Deve nascere un assetto ospedaliero nuovo con una forza lavoro numericamente maggiore e con personale adeguatamente formato, per evitare di commettere gli errori compiuti durante questa crisi. Un sistema sanitario dotato di elasticità organizzativa soprattutto in ambito territoriale e pronto ad intervenire con tempestività ed efficacia”. Per quanto riguarda i vaccini, l’esperto infettivologo, esprime riflessioni più che certezze: i Coronavirus hanno la capacità di mutare rapidamente (potrebbero anche auto elidersi, possibilità rara ma augurabile), di conseguenza diventa importante affiancare al vaccino una terapia corretta e mirata sul Covid-19, in modo da ottenere un contrasto immediato, piuttosto che creare un nuovo vaccino di volta in volta. Un altro aspetto difficile riguarda la cura, perché nei vari stadi della malattia è necessario intervenire con i farmaci giusti al momento giusto.
Agli studenti maturandi interessati all’ambito universitario infermieristico e medico il professor Chichino ha suggerito di riflettere sui diversi modelli (americano ed europeo) di cura: “Prima di cimentarvi in un così lungo percorso di studi, abbiate già chiaro che approccio medico vi ispira, se altamente specializzato come quello americano oppure quello latino ed europeo, più generico e attento ai diversi aspetti della malattia”, considerando, infine, che il modello ospedaliero migliore è quello che beneficia della collaborazione di entrambe le figure.