Il sindaco Chiodi commemora il 25 aprile
"Oggi ci troviamo nuovamente in una fase critica, stremati da una lunga crisi che ha rimesso in discussione tutte le nostre certezze e, a suo modo, ha cambiato ancora una volta il mondo, ma di cui intravvediamo, finalmente, la conclusione."
TORTONA – E’ una lunga ‘lettera aperta’ quella che il sindaco Federico Chiodi ha scritto diffondendola poi attraverso i social, nella quale commenta il suo rapporto con la festa della Liberazione e il suo significato nella cultura di oggi.
“Il 25 aprile rappresenta sempre un appuntamento importante nella vita civile del nostro paese. La celebrazione di un passaggio storico che porta con sé emozioni contrastanti: da una parte la gioia per la conclusione di una lunga stagione drammatica, quella dell’occupazione nazifascista e della guerra civile, e le speranze che accompagnavano un nuovo inizio per l’Italia; dall’altra parte il dolore per le tante vite spezzate nel tragico percorso che ha condotto alla Liberazione. La festa del 25 aprile riunisce in sé, in egual misura, questi sentimenti opposti, entrambi fondamentali per comprendere il significato profondo di quel giorno che è alla base della nostra storia recente e della nostra identità nazionale.
“E’ dovere delle Istituzioni, e quindi del Comune di Tortona che rappresento, mantenere vivo il ricordo e ribadire il significato di questa giornata, insieme all’ANPI che ringrazio come sempre per la disponibilità e la collaborazione. Un dovere e una responsabilità che, inevitabilmente, si scontrano con il passare del tempo, con lo sbiadire della memoria e la scomparsa di quanti sono stati direttamente testimoni della guerra e della lotta di Liberazione. Oggi più che mai il nostro pensiero va a quella generazione che per prima si è impegnata a tramandare il ricordo del 25 aprile; una generazione che nell’ultimo anno ci siamo adoperati per proteggere il più possibile in questa drammatica emergenza sanitaria che da tempo ormai ci troviamo ad affrontare. Proprio perché il significato di questa giornata non vada perduto, si è sempre cercato il coinvolgimento, tramite le scuole, dei più giovani, a cui un giorno non troppo lontano passerà il compito di ricordare e celebrare le vittime della guerra, così come le conquiste ottenute a così caro prezzo, prima fra tutte la libertà“.
“Nelle scorse settimane in Comune si sono svolte le selezioni dei ragazzi e delle ragazze che inizieranno, a breve, il Servizio Civile. Fra le domande previste dal colloquio, ce n’è una che mi ha colpito: “Svolgere il Servizio Civile significa difendere la patria?” Di primo acchito può sembrare una domanda strana, quasi fuori luogo, ma in realtà ha un significato molto più profondo: per i giovani del 1945 difendere la patria significava mettere a rischio la propria vita, spesso imbracciando loro malgrado le armi; nulla a che vedere, fortunatamente, con quello che oggi intendiamo per “Servizio Civile”. Sarebbe però sbagliato identificare la “patria” solamente dai confini di una carta geografica: la patria è quell’insieme di valori in cui tutti i cittadini si riconoscono, valori che sono stati riaffermati e consolidati il 25 aprile 1945. Tra questi principi ci sono anche la solidarietà e il senso di comunità che ispirano il nostro Servizio Civile. Difendere la patria e i suoi valori può significare anche questo: insegnare, tramandare e non dimenticare la nostra storia, ma fare in modo che sia una guida nel nostro agire quotidiano“.
“La seconda Guerra Mondiale e la guerra civile in Italia hanno segnato uno spartiacque che ha modificato il modo di affrontare i conflitti nel nostro continente e il modo stesso di vedere il mondo. Oggi ci troviamo nuovamente in una fase critica, stremati da una lunga crisi che ha rimesso in discussione tutte le nostre certezze e, a suo modo, ha cambiato ancora una volta il mondo, ma di cui intravvediamo, finalmente, la conclusione. Proprio per questo, ai nostri valori, al 25 aprile 1945, vogliamo ancora una volta guardare per progettare un nuovo inizio e guardare al futuro con speranza e fiducia. Per potere anche, il 25 aprile del prossimo anno, tornare a celebrare la festa della Liberazione con ancora più larga partecipazione”.