Walter Massa: “Dobbiamo lavorare per unire il territorio”
"La ricchezza divide, la povertà unisce: questa crisi potrebbe rivelarsi un'opportunità positiva"
TORTONA – Il riconoscimento da parte della Regione Piemonte del distretto ‘Terre Derthona e Gavi’ fra gli otto ambiti territoriali di riferimento per l’attività enogastronomica potrebbe essere l’avvio di una promozione ‘collettiva’ del territorio, anche alla luce delle dichiarazioni del presidente del Consorzio del Gavi Maurizio Montobbio della scorsa settimana. Ne abbiamo parlato con Walter Massa, a sua volta presidente di Terre Derthona che della promozione del territorio e delle tipicità locali ha fatto una ragione di vita.
Come si può pubblicizzare questa grande zona che vive di viticoltura?
Piccolo è bello, per parafrasare, ma non va da nessuna parte: queste sono terre con una forte promozione turistica. Bisogna collegare tutto un territorio diviso solo dal torrente Scrivia e dal comparto linguistico per entrare nel meccanismo di rinascita culturale di un’Italia che questa volta deve puntare tutto su turismo e agricoltura per essere davvero il ‘belpaese’ dopo che i grandi poli industriali hanno dato ricchezza ma creato anche tanta povertà.
Come si può promuovere il Tortonese?
Tortona ha la fortuna di essere un centro strategico dal punto di vista stradale non solo in Italia ma anche in Europa ed è un peccato vedere molti turisti anche dall’estero passare ma non soggiornare quattro-cinque notti. Nel nostro ambito territoriale Gavi è conosciuta nel mondo con 13 milioni di bottiglie di vino, Novi da uno dei cioccolati più buoni, Tortona purtroppo non ha mai avuto queste risorse comunicative in più perché il nostro vino è sempre stato venduto sfuso. Da qualche anno stiamo investendo sul territorio e sono nate delle eccellenze come le Pesche di Volpedo che sono il ‘barolo’ delle pesche, o il formaggio Montebore, il nostro salame ‘Giarolo’ con riferimento al monte che collega le valli e stanno nascendo investimenti sulla ciliegia di Garbagna che era uno dei bacini storici italiani.
E per il vino?
Con il vino noi di Terre Derthona stiamo investendo in un rosso fatto con uva barbera riconosciuto come ‘Monleale’ prodotto in 29 comuni e soprattutto abbiamo avuto la lungimiranza dal 2000 in poi di avere aziende che hanno creduto in loro stesse e nella genetica del Timorasso registrando il marchio Derthona – nome latino di Tortona – per potersi difendere. Il vino ha un papà e una mamma: territorio e uva; come i figli hanno sempre preso il nome del papà, io ritengo che un vino deve essere chiamato con il nome del territorio, ma non l’abbiamo scelto noi, è la storia che associa i grandi vini al nome del loro territorio come successo con il Gavi.
Ci sono quindi spazi per una collaborazione come auspicava Montobbio?
Tutto il territorio deve essere un’icona dei suoi piccoli prodotti: se tutti dialogano in maniera trasparente – dai comuni ai produttori alle associazioni territoriali – nulla ci vieta nel 2022-23 a settant’anni dall’ultima vittoria al Tour e al Giro di Coppi di copiare i ‘cugini’ langaroli facendo una cronometro ‘Derthona-Gavi’ da Castellania Coppi a Novi. Questo sancirebbe una comunicazione fantastica del territorio, dei nostri prodotti e delle nostre specialità anche giocando sulle ‘affinità divergenti’ della zona come l’agnolotto-raviolo, un piatto analogo con due nomi differenti, l’amaretto di Gavi con i Baci di Tortona, il Forte di Gavi con il Castello di Pozzol Groppo. Anche nell’arte: si potrebbe valorizzare la pinacoteca di Voltaggio con i pittori del tortonese. Non ci vedo una competizione, anzi: unire le nostre intelligenze con un dialogo porterebbe beneficio a entrambe le realtà.