Sanders: “Sono qui per fare la storia”
L'americano della Bertram parla del suo ritorno a Trieste, del rapporto con Ramondino e dei suoi obiettivi stagionali
TORTONA – E’ stato il grande condottiero della promozione ritagliandosi uno spazio nella storia del club. Oggi Jamarr Sanders è impegnato a guidare la squadra nella prima difficoltosa attraversata della Serie A. Le sue prestazioni sono ancora altalenanti a causa di una condizione ancora non ottimale. Ma Sanders sta crescendo e domenica (ore 18.30 al PalaRubini) sfida la sua ex squadra Trieste. Appaiate in classifica a 4 punti con Tortona che ha vinto le due partite in trasferta, mentre Trieste si è imposta nelle le due in casa. La Bertram è reduce dal successo di Pesaro, l’Allianz dalla sconfitta di misura in casa della Virtus Bologna. Una partita che dirà chi sale e chi scende
Quali ricordi della stagione 2019-2020 in A a Trieste?
“Trieste è un posto di cui ho ottimi ricordi. E’ stata un’esperienza incredibile, mi sono divertito tantissimo sia con i compagni che con le persone del posto. Siamo stati una famiglia ed ho un grande ricordo del grande affetto che ho ricevuto durante quella stagione”.
Che ambiente troverete al PalaRubini?
“Mi aspetto un pubblico con tantissima energia, che aiuta la squadra col suo rumore e il suo sostegno. Per questo dovremo essere bravi a controllare la partita sin dall’inizio”.
Che partita si aspetta?
“Seconda partita di fila in trasferta e, quindi, come tutte quelle esterne, sarà difficile. Trieste è una squadra talentuosa, ben allenata. Ci aspettiamo una partita dura anche per il pubblico che sarà il sesto uomo”.
E’ tornato in Serie A: trova cambiata la Lega?
“E’ una domanda difficile. Posso sollo dire che si tratta di una Lega molto competitiva e ci sono giocatori di grande talento”.
Voglio giocare contro i migliori giocatori della serie A e voglio farlo con Marco Ramondino che è stato il mio primo allenatore in Italia
Quali sono i suoi obiettivi stagionali?
“Voglio giocare contro i migliori giocatori della serie A e voglio farlo con Marco Ramondino che è stato il mio primo allenatore in Italia. E’ bellissimo vedere come siamo cresciuti entrambi e ora siamo entrambi in serie A con un bellissimo gruppo di ragazzi e vogliamo fare la storia. Ci proveremo”.
A che punto è la sua condizione?
“Ogni giorno che passa mi sento sempre meglio. Tutti i compagni e l’allenatore mi stanno aiutando a raggiungere il 100 per cento della forma e sto pian piano avvicinandomi alla migliore condizione visto che purtroppo per diverse ragioni non ho potuto iniziare con la squadra”.
La squadra mostra alti e bassi nella partita. Vista dal campo quali sono le ragioni?
“Quello della solidità per tutti i quaranta minuti della partita è un processo che necessita tempi suoi. Abbiamo giocato solo quattro partite e la chimica di squadra si sta formando. E’ un processo e sono sicuro che lo porteremo al termine”.
Come nasce il Sanders uomo dei possessi decisivi?
“Penso che sia una questione di giocare a pallacanestro nel modo giusto. E’ capitato alcune volte di prendere i tiri decisivi l’anno scorso, ma anche Bruno e Jalen (Mascolo e Cannon, ndr) hanno segnato nei momenti importanti delle partite. A Pesaro è capitato con altri compagni. Per me è più una questione di giocare a pallacanestro nel modo giusto, cioè di squadra”.