«Situazione stabile: siamo su un ‘plateau’ davvero molto alto»
Le valutazioni di Carluccio Bianchi, docente dell'Upo
Il quadro si mantiene sostanzialmente stabile, pur con qualche differenza che merita di essere analizzata con attenzione.
È quanto emerge dalle consuete valutazioni di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, secondo il quale «trova conferma, a livello di contagi, la crescita lieve del Piemonte, che rimane al 6%. Le terapie intensive toccano il minimo storico, mentre sono in leggero aumento ricoveri ordinari e decessi. Brutte notizie, infine, sul fronte tasso di positività».
Nella classifica relativa all’incidenza dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti, l’Italia resta al comando con 741 e riduzione dell’8%, «mentre Alessandria è seconda, a 691 e incremento dell’1,5%. Terzo posto per la Lombardia, 566 e meno 2%, chiude il Piemonte con 502».
A livello di numeri assoluti, il Piemonte sale da 20281 a 21455 contagi settimanali, quindi 1174 in più e una media giornaliera di 3065 casi. «Il traino è come al solito rappresentato da Torino -spiega il professore – e Alessandria si conferma al 13%, mentre Cuneo sale leggermente, al 10%. Vanno bene il Vco e Novara, tra i bocciati di questa settimana finisce anche Asti».
Andamento altalenante per quanto riguarda il sistema sanitario. Bianchi osserva che «le terapie intensive scendono di ben 11 unità rispetto a martedì scorso, perché erano 31 e ora sono 20. È il minimo relativo, un dato che avevamo già raggiunto il 16 e il 27 marzo. Il tasso di occupazione resta molto basso, al 3,2%. I ricoveri ordinari, invece, erano 625 e diventano 688, 63 in più, e il tasso di saturazione, dal 9,2% al 10,1%, non era così alto dall’8 marzo. I decessi, infine, aumentano da 28 a 38».
Per quanto riguarda la nostra provincia, invece, i contagi settimanali salgono da 2788 e 2830, con un incremento di 42 unità (molte delle quali segnalate nell’aggiornamento di ieri, ndr) e una media di 404 casi al giorno. «Un numero elevato – conclude Bianchi – al punto che per ritrovare una cifra simile dobbiamo tornare all’11 febbraio. In generale la situazione è estremamente variabile, con differenze tra regioni e tra province: posso però dire che siamo oramai fermi su un ‘plateau’ davvero molto alto».