Peste suina, la Regione anticipa 8 milioni per la maxi recinzione
Intanto la senatrice Matrisciano (M5s) presenta un emendamento a Palazzo Madama per le imprese danneggiate
Le misure messe in atto dall'ente di gestione delle Aree protette dell'Appennino piemontese
Sono 104 i casi accertati di peste suina africana tra Piemonte e Liguria, secondo l’ultimo rapporto dell’Izsplv, l’Istituto zooprofilattico interregionale: 62 le carcasse di cinghiale positive alla Psa rinvenute in provincia di Alessandria, 42 quelle in provincia di Genova (dove però i campionamenti sono meno della metà). Gli ultimi cinghiali morti per la peste suina sono stati ritrovati ad Arquata Scrivia, Carrosio, Lerma, Ovada, Serravalle Scrivia, Silvano d’Orba, e a Busalla, Campo Ligure e Mignanego sul fronte ligure.
In Piemonte, le carcasse sono state trovate ad Arquata Scrivia (8 casi), Bosio (2), Carrosio (1), Casaleggio Boiro (1), Castelletto d’Orba (3), Fraconalto (2), Gavi (4), Lerma (6), Molare (4), Montaldeo (2), Mornese (1), Ovada (9), Prasco (1), Rocca Grimalda (1), Serravalle Scrivia (2), Silvano d’Orba (4), Tagliolo Monferrato (3) e Voltaggio (9).
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Intanto, mentre la Regione Liguria dal 1° aprile ha dato il via libera all’escursionismo e alla mountain bike, a patto di non uscire dai sentieri tracciati e di applicare norme sanitarie di buon senso, in Piemonte tutto il settore dell’outdoor rimane bloccato.
Il che non ha impedito alla Provincia di Asti di autorizzare una prova per cani da seguita su cinghiale che ha visto coinvolti decine di cacciatori, suscitando la protesta della Coldiretti: «Restiamo alquanto perplessi dalla decisione di autorizzare un’attività a nostro avviso inappropriata e inopportuna vista l’attuale situazione sanitaria legata alla peste suina». Sempre Coldiretti fa notare come sia rimasta «completamente inattuata» l’ordinanza regionale per il depopolamento dei cinghiali (ne vanno abbattuti 50 mila).
«Peste suina, sull'outdoor regole comuni per Piemonte e Liguria»
Lo chiede il capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro: «Le decisioni sbagliate rischiano solo di esacerbare gli animi»
Le azioni di contrasto alla Psa vanno avanti anche nel territorio seguito dalle Aree protette dell’Appennino piemontese: «È proseguita la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale», fa sapere il presidente dell’ente di gestione, Danilo Repetto. «Il personale e gli operatori coinvolti nel monitoraggio hanno frequentato un corso di formazione sulla biosicurezza, in cui hanno imparato le misure da adottare per evitare la contaminazione e la diffusione del virus».
I guardaparco ad aprile hanno predisposto gabbie di cattura per i cinghiali. Le gabbie sul territorio sono in totale 16, collocate sia nel Parco delle Capanne di Marcarolo sia nel Parco dell’alta val Borbera. In azione anche 21 “selecontrollori” abilitati, mentre è stato sospeso il bando per la formazione degli “operatori occasionali”.
Tutti contro la recinzione: "Non serve, ma dobbiamo farla"
Circa 250 cacciatori, le associazioni dell'outdoor, sindaci e amministratori a Cantalupo chiedono "tempi certi" per la ripresa delle attività