Cinghiali, i dubbi sulla rete: «Ma così torneremo alla normalità»
La recinzione è realtà, ma è davvero efficace? «Ben venga se serve a far riprendere le attività»
Un documento per spiegare che la peste "non è dei maiali". I danni all'agricoltura
ALESSANDRIA – Coldiretti Alessandria ha scritto una lettera aperta sul problema della peste suina africana, “che ha un nome già sbagliato perché la peste è dei cinghali, non dei suini”.
Dalla sede di corso Crimea, il presidente Mauro Bianco fa sapere: “E’ sfuggito tutto di mano, il numero dei cinghiali che scorrazzano sul territorio cresce mentre le stalle dei nostri allevatori sono vuote, costretti ad abbattere e distruggere centinaia di capi di suini sani. L’immobilismo delle istituzioni non è più sopportabile, il mondo agricolo non si sente considerato”.
L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali – spiegano all’organizzazione agricola – viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.
Il direttore di Coldiretti, Roberto Bianco, aggiunge: “Non c’è consapevolezza del momento drammatico che stanno vivendo gli allevatori con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetiche, dell’alimentazione degli animali e delle speculazioni contro le quali chiediamo l’intervento delle autorità competenti per contrastare le pratiche sleali. La situazione è diventata insostenibile con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Sul territorio piemontese, a causa dei cinghiali sono già stati persi qualcosa come 80 mila ettari che, se fossero tutti coltivati a frumento tenero, corrisponderebbero a 600 milioni di kg di pane non prodotto”.
Cinghiali, i dubbi sulla rete: «Ma così torneremo alla normalità»
La recinzione è realtà, ma è davvero efficace? «Ben venga se serve a far riprendere le attività»
In Piemonte, ad oggi, dopo sei mesi dal primo caso di PSA e oltre tre dalla firma dell’ordinanza regionale che aveva dato il via libera a contenuti innovativi e misure straordinarie, sono stati abbattuti solo poco più di 2.000 cinghiali quando l’obiettivo è quello di arrivare almeno a 50 mila.
Alla luce di questa situazione Coldiretti Alessandria chiede azioni immediate e concrete per un effettivo depopolamento della specie cinghiale, perché la sopravvivenza del mondo agricolo, la sicurezza alimentare, l’incolumità pubblica e la tutela dell’ecosistema, sono condizioni imprescindibili che spettano, di diritto, ad ogni cittadino.