Medicina di genere: la nuova frontiera
La divulgatrice Antonella Viola sarà ospite dell'Attraverso Festival domani alle 18.30 al chiostro dell'Annunziata
TORTONA – Sarà Antonella Viola, immunologa e direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, l’ospite dell’incontro “Il sesso è (quasi) tutto – Evoluzione, diversità e medicina di genere” organizzato da Attraverso Festival in collaborazione con Città di Tortona e Gruppo Entsorga, che si terrà alle 18.30 di domani, sabato 16 Luglio, nell’ormai consueta cornice del cortile del chiostro dell’Annunziata.
Diverse opzioni di terapia
Nel suo nuovo lavoro, la scienziata si occupa delle differenze tra i sessi da un punto di vista particolare, quello delle diverse opzioni terapeutiche con pazienti uomini e donne. Secondo Antonella Viola, approfondire le differenze biologiche tra i generi è determinante nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura di varie malattie. Il punto di vista della biologia evolutiva è molto efficace, perché offre una strada per ricostruire la storia della nostra specie e scoprire così una narrazione straordinaria che avanza per imprevisti ed equivoci.
Gli errori già commessi
«Non esistono risposte semplici e ogni semplificazione è pericolosa – dice la divulgatrice – la nostra società deve accogliere l’ambiguità, smettendo di trattare come mostruoso tutto ciò che eccede il sistema binario maschiofemmina. Fino a oggi le differenze sono state usate in modo strumentale per creare un mondo binario. Abbiamo ignorato le differenze biologiche e abbiamo fatto un uso strumentale della differenza di genere, basandoci su qualcosa che non esiste in biologia: il cervello di maschi e femmine, infatti, è uguale. La rivoluzione deve accadere nelle nostre abitudini, nei gesti e nelle parole che usiamo. Che sia urgente si vede con grande chiarezza guardando alcuni dati della medicina, che per secoli è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. La medicina del futuro non può che essere personalizzata, e questo vale per uomini e donne. Fare la rivoluzione significa tornare all’origine. Non per correggere degli errori, ma per ritrovarli.