Inflazione a luglio: i prezzi della tavola salgono di 564 euro a famiglia
Aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2021, il dato più alto dal settembre 1984
Il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità.
È quanto stima Coldiretti Alessandria in occasione della diffusione dei nuovi dati Istat sull’inflazione a luglio, che evidenziano un aumento del 10% per i beni alimentari e le bevande analcoliche che trainano i rincari nel carrello della spesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, registrando un balzo che non si osservava da settembre 1984.
I prezzi della frutta fresca o refrigerata aumentano su base annua del +8,8% mentre quelli dei vegetali freschi o refrigerati del +12,2% anche a causa dell’andamento climatico anomalo che ha favorito le speculazioni.
La categoria per la quale si spende complessivamente di più è però pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo di quasi 115 euro, e precede sul podio carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi.
Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura si registrano, infatti, aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
“A spingere i rincari – spiega il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è anche l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo, aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare”.
“In questo contesto – ha aggiuntouil direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – è importante l’apertura del Governo alla nostra proposta sulla defiscalizzazione del costo del lavoro. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni e, nell’immediato, bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e poter programmare il futuro”.