Cedoam: la nuova banca dati dell’amianto al Dairi di Casale
Il nuovo progetto, un centro di documentazione fruibile da tutti tramite una piattaforma online, è stato presentato questa mattina presso la sede al Santo Spirito
CASALE – ‘Cedoam‘: questo il nome dell’ultimo progetto del Dairi, il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione, diretto da Antonio Maconi. Una sigla che sta per Centro Documentazione amianto e patologie asbesto-correlate, una banca dati presentata ufficialmente questa mattina e a disposizione online sia per professionisti sanitari che cittadini. «È l’inizio di un percorso, ma era fondamentale avere anche questo tassello a disposizione. Effettivamente prima di oggi nessuno ci aveva mai pensato: si tratta di un’attività di supporto e di ricerca anch’essa» ha commentato in merito Maconi.
Nel particolare il Cedoam consiste in un settore specializzato della biblioteca biomedica dell’azienda ospedaliera di Alessandria, la cui responsabile è la dottoressa Federica Viazzi. Avrà lo scopo di fornire documenti e informazioni precise su tematiche legate alle malattie d’amianto, partendo proprio dall’esperienza di Casale ma non solo. La sede d’appoggio è quella del Dairi all’ospedale Santo Spirito di Casale, coordinato dall’epidemiologa Marinella Bertolotti.
«Il Cedoam vuole essere un punto di riferimento per soddisfare qualsiasi tipo di esigenza informativa su questi temi – ha dichiarato la Viazzi – Le fonti principali che abbiamo utilizzato sono studi scientifici tratti da due banche dati differenti: una pubblica americana (Pubmed) e una di proprietà olandese».
Le linee tra cui si muove il Dairi
Un altro passo in avanti per il Dairi che sembrerebbe puntare al riconoscimento Ircss (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) in sinergia con l’Università del Piemonte Orientale e l’Asl Al. A oggi infatti afferiscono al dipartimento già alcune attività di strutture Asl come lo stesso Centro Sanitario Amianto. Proprio in rappresentanza di Asl Al oggi era presente Guglielmo Pacileo, direttore centro studi di management sanitario del Dairi: «Questo centro di documentazione testimonia ancora una volta il tentativo del Dairi nel fare ricerca sul territorio. Significa gestirne la conoscenza e saper raccontare la verità» ha dichiarato.
Quella di stamattina è stata anche un’occasione per aggiornarsi sugli ultimi sviluppi del Dairi. Attualmente il dipartimento ha all’attivo un laboratorio integrato ricerca amianti e diversi progetti per approfondire le conoscenze sulle malattie asbesto-correlate, tra cui anche una collaborazione con la banca biologica del mesotelioma. Largo spazio è stato dato anche alle valutazioni psicologiche per analizzare la consapevolezza del rischio tra i cittadini (ad esempio a Cella Monte con il progetto Solaria) e a un’analisi degli effetti sulla salute in particolare legati alla distribuzione di interferenti endocrini in donne gravide del Piemonte sud-Orientale.
Non si tratta di un tipo di ricerca che sfocia direttamente in risultati di pratica clinica – attualmente l’ultima frontiera individuata per la cura del mesotelioma ad esempio rimane l’approvazione da parte di Aifa di un farmaco immunoterapico – ma consiste in un valido supporto agli sforzi che l’azienda ospedaliera alessandrina da anni compie nella lotta all’amianto. La strada per individuare un’eventuale cura però è ancora molto lunga e tortuosa.