Mondo Bertram pronto per la Sunday – Sanders
Uno degli idoli del Derthona torna da avversario con Verona. I tiri liberi della promozione in A e l’eleganza anche nell’addio
TORTONA – Il giorno di Jamarr Sanders. E del suo ritorno, da avversario. Domenica la guardia di Chicago guiderà la sua attuale squadra, la Tezenis Verona, contro il suo passato. Dopo l’addio della scorsa estate, per la prima volta Sanders giocherà da avversario in casa della sua ex squadra. Una domenica speciale nella quale sicuramente il pubblico e il club bianconero tributeranno al giocatore la giusta e meritata accoglienza.
Sanders è triste?
Un Jamarr Sanders un po’ triste, almeno così sembra a distanza, quello che si appresta a sbarcare al PalaFerraris. L’impressione che trasmette Jamarr in questo campionato è quella di un giocatore che non si è perfettamente inserito nella nuova squadra. 15 partite e in generale un feeling che sembra non essere scattato. Ne sono una prova le consistenti voci di mercato che hanno coinvolto il giocatore di Chicago nelle scorse settimane. Prima circa il possibile ritorno a Trieste (dove ha giocato nella stagione 2018/2019) e poi per l’ipotesi di uno scambio con l’udinese Isaiah Briscoe. Prima di approdare a Verona, Sanders, che era rientrato in Europa, aveva giocato l’avvio di stagione in Francia allo Strasburgo. Situazione abbandonata dopo un paio di mesi per tornare nel “suo” campionato italiano. A novembre 2022 si accorda con Verona.
Casale Monferrato-Tortona
A Casale Monferrato contro Tortona. Unendo cioè le due parentesi più fortunate della sua carriera italiana. Casale, sponda Junior e Derthona. Una carriera segnata profondamente dal rapporto con coach Marco Ramondino (di cui è stato il “giocatore feticcio”) che per primo lo aveva voluto a Veroli alla prima esperienza da capo allenatore (anno 2013), che poi lo aveva richiamato a Casale Monferrato (fino alla finale promozione del 2018) dopo che un brutto infortunio alla caviglia ne aveva rallentato la carriera e che, infine, l’aveva cercato a Tortona (dopo la non brillante parentesi in Turchia al Gaziantep) per iniziare la cavalcata che ha condotto i Leoni fino alla Serie A. “Torno per finire quello che abbiamo iniziato”, disse Sanders al tecnico prima della firma con Tortona. E il lavoro venne concluso il 29 giugno 2021 al PalaAsti di Torino. E la frase di Jamarr urlata ai compagni (“Ve l’avevo detto che alla fine della stagione ci avrebbero chiamato campioni”) dopo i famosi tiri liberi di gara 5 a Torino, resta, scolpita nella storia del Derthona Basket. E sottolinea il carisma di questo atleta.
Dal trionfo all’addio
Esattamente un anno dopo i tiri liberi di gara 5 che hanno dato al Derthona la Serie A, Jamarr Sanders, l’eroe di quella serata, annunciava il suo addio ai Leoni. La chiusura esteticamente impeccabile – come lo stile in campo, del resto – di una parabola durata 98 partite e due stagioni e mezzo. Un addio che era un po’ nell’aria dopo un’estate di pensieri e riflessioni e dopo una stagione – la migliore della sua carriera in A – estremante faticosa che gli aveva tolto le energie fisiche e mentali.
Cappelletti, compagno
Oggi Sanders, con una parabola sportiva curiosa e speciale, è compagno di squadra a Verona di Alessandro Cappelletti, proprio il playmaker di Torino che commettendo il fallo – inopinato e assurdo – a 1″ dalla fine in gara 5 a Torino lo aveva mandato in lunetta per i tiri liberi della vittoria. Un errore pesantissimo per un giocatore – da poco approdato alla Nazionale – fino a quel momento Mvp della finale. Ma quello di cui possiamo essere sicuri è che se lui e Jamarr, ritrovandosi insieme nello spogliatoio, avranno parlato di quell’episodio, l’ex Derthona avrà avuto parole di conforto e comprensione per il suo giovane e talentuoso compagno di squadra.
Un tributo meritato
Sicuramente la Bertram e il pubblico di Tortona domenica sapranno omaggiare l’ex idolo nel modo giusto. Chissà se Jamarr si sia un po’ pentito di aver lasciato Tortona che l’avrebbe confermato con gioia. Le motivazioni, dicono le persone che rapporto con lui, sono legate alla famiglia, alla voglia di non rientrare subito in Europa ad agosto, per restare negli Stati Uniti con moglie e figlia. Una motivazione profonda, che racconta molto delle qualità dell’uomo-Sanders. E che ingigantisce ulteriormente la considerazione che questo atleta merita. Viva Sanders, allora!