Uso delle campane, il vescovo firma il decreto con le regole
Regole uguali in tutta la diocesi di Tortona. Lo scopo? «Salvaguardare la funzione religiosa e la convivenza civile»
TORTONA — Il suono delle campane? D’ora in avanti in tutta la diocesi di Tortona sarà regolamentato da un decreto firmato nei giorni scorsi dal vescovo Guido Marini. In base alle norme emanate da monsignor Marini, il suono delle campane sarà consentito tra le 7.00 e le 22.00 dei giorni feriali e tra le 8.00 e le 22.00 dei giorni festivi.
Nel decreto, inoltre, si regolamentano la durata e gli scopi del suono delle campane. Per quanto riguarda la misura del tempo, il rintocco dovrà essere limitato alle “ore” e alle” mezze ore”, e non essere ripetuto a brevissima distanza.
Nell’ambito della liturgia, le campane potranno accompagnare le celebrazioni e scandire i momenti più importanti della vita della comunità cristiana (feste patronali, nascite, lutti e così via). Inoltre «potranno richiamare al mattino, a mezzogiorno e alla sera l’Angelus in onore del mistero dell’Incarnazione del Signore. Dove se ne è conservato l’uso, ogni venerdì alle 15.00 si può suonare la campana maggiore in memoria della morte del Signore», si legge nel decreto del vescovo.
Campane, la durata del suono
La durata del suono per l’avviso delle celebrazioni eucaristiche dovrà essere contenuto in 1 minuto nei giorni feriali e 2 minuti nei giorni festivi. La durata del suono per l’Angelus del mattino e della sera sarà al massimo di 30 secondi (a mezzogiorno si potrà arrivare a 1 minuto nei giorni feriali e a 2 nei festivi).
Fanno eccezione la Vigilia di Natale, la Notte di Pasqua e particolari solennità come le feste patronali o eventi come la morte e l’elezione del Papa. In ogni caso, l’uso delle campane dovrà essere «ispirato a criteri di moderazione» e mantenere «la sua funzione di segno festoso o luttuoso».
Campane, l’intensità del suono
Per quanto riguarda l’intensità, le campane dovranno essere «percepibili da parte dei fedeli» ma senza essere «fonte di disturbo». «L’intensità del suono sia modulata agendo, per esempio, sull’eventuale numero di campane coinvolte nel segno, con particolare attenzione al contesto ambientale in cui l’edificio di culto è inserito», afferma il vescovo Marini.
Nel decreto è spiegato che è impossibile “ridurre il volume”, «poiché ogni campana, in forza delle sue dimensioni, ha una tonalità ed emette una nota, e quella è senza alcuna possibilità di sorta di mutarla o ridurla. Ugualmente la percezione dell’intensità del suono non è nemmeno legata alle dimensioni della campana stessa, giacché vi sono campane di piccole dimensioni che, rintoccando di una nota più acuta, danno la percezione di un suono più intenso».
Con il proprio decreto, monsignor Guido Marini spiega che intende disciplinare il suono delle campane «con una particolare attenzione alle odierne condizioni sociali», salvaguardandone «le caratteristiche tipicamente religiose, nel rispetto reciproco e nella pacifica convivenza civile».