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    Il polo chimico di Spinetta
    Cronaca
    Monica Gasparini  
    14 Novembre 2023
    ore
    11:44 Logo Newsguard
    Dossier Spinetta

    Sara Valsecchi: «La ricaduta dei Pfas può contaminare suolo e superfici»

    Per l'esperta di Irsa-Cnr è necessario valutare l’esposizione a queste sostanze di lavoratori e abitanti attorno al polo chimico anche attraverso studi di biomonitoraggio 

    ALESSANDRIA – I monitoraggi di Arpa fino a marzo 2023 avevano rivelato la presenza dei Pfas (cC6O4 e ADV) nell’atmosfera, si parla dell’area di Spinetta Marengo ma anche, in determinate condizioni, in zone lontane dal polo chimico in correlazione con la direzione dei venti. Qual è lo stato di salute del nostro ambiente? Lo abbiamo chiesto a Sara Valsecchi dell’Irsa-Cnr, l’Istituto di ricerca sulle acque.

    Che studi avete svolto?

    Dal 2008, l’Istituto di Ricerca sulle Acque si è dedicato a un’approfondita indagine sulle fonti e la diffusione dei PFAS (Poli- e Perfluoro-Alchil Sostanze) all’interno dei corpi idrici italiani. Fin da subito, è emersa una fonte rilevante di PFOA (Acido Perfluoroottanoico) a Spinetta Marengo, dove lo scarico della Solvay riversava queste sostanze nel fiume Bormida. Da lì, attraverso il Tanaro e il Po, il composto raggiungeva l’Alto Mar Adriatico. I risultati di questa contaminazione sono stati documentati in una pubblicazione su rivista internazionale (Valsecchi et al. 2015).

    La multinazionale belga ha aderito al 2010/2015 Stewardship Program, impegnandosi ad eliminare il PFOA dalle proprie produzioni. Di fatto, a partire dal 2013, si è osservato un calo nelle concentrazioni di PFOA sia nel fiume Bormida che nel fiume Po. Tuttavia, non è mai stata fornita alcuna informazione ufficiale riguardo ai composti impiegati in sostituzione.

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    Pfas nell'aria: il gruppo Ànemos incontra il sindaco

    ALESSANDRIA - Pfas nell'aria: il gruppo Ànemos ha incontrato il sindaco, Giorgio Abonante. https://youtu.be/4qYo9zuNCmk Ànemos (dal greco antico, soffio di…

    La scoperta di un nuovo PFAS, il C6O4, nelle acque di un pozzo a Montecastello e nelle acque del fiume Po, giunta quasi contemporaneamente all’identificazione di Cl-PFPECA (acidi cloro perfluoroalchilpolieteri, una miscela di PFAS a catena lunga conosciuta come ADV) nello scarico della Solvay nel New Jersey, e confermata anche in campioni raccolti nel fiume Bormida nel 2013, ci ha spinti a riprendere i monitoraggi attorno al complesso chimico di Spinetta Marengo.

    A differenza degli studi condotti tra il 2010 e il 2013, incentrati sull’analisi dell’impatto delle emissioni di PFAS nel bacino del fiume Po, questa nuova indagine ha concentrato l’attenzione sul polo chimico stesso. L’obiettivo era verificare la presenza di questi composti in due catene trofiche: quella acquatica (acqua-sedimento-pesci) e quella terrestre (deposizioni atmosferiche-suolo-erba-invertebrati-uova di uccelli selvatici).

    Dove sono stati eseguiti i campionamenti?

    In prossimità del polo chimico e a una certa distanza, per valutare eventuali impatti a lunga distanza delle emissioni atmosferiche. La nostra analisi ha coperto sia i PFAS di vecchia generazione, come il PFOA e il PFOS, e i loro analoghi, che sono stati gradualmente sostituiti, sia i PFAS emergenti, come il C6O4, che hanno preso il posto dei PFAS tradizionali, o gli ADV che sono stati utilizzati per un lungo periodo senza che se ne conoscesse la presenza.

    Sara Valsecchi: «La ricaduta dei Pfas può contaminare suolo e superfici»

    Arpa: ci sono Pfas nell'aria di Spinetta Marengo e di Montecastello

    ALESSANDRIA - Nell’aria di Spinetta non c’è solo il cloroformio, ora ci sono anche i Pfas. I monitoraggi dell’Arpa fatti…

    Su cosa lavorate ora?

    I risultati di un monitoraggio condotto nel corso di tre anni, hanno confermato quanto precedentemente osservato dall’Arpa Alessandria, con misurazioni che segnalano significative concentrazioni nello scarico del polo chimico di C6O4, ADV e addirittura PFOA, nonostante siano trascorsi quasi dieci anni dalla sua dismissione.

    La presenza di PFAS è evidente anche nei campioni di pesci raccolti appena a valle dello scarico, con concentrazioni elevate, soprattutto nel fegato ma anche nel filetto. Suolo, erba e piogge raccolti nelle immediate vicinanze del polo chimico, così come le uova di uccelli selvatici che nidificano intorno al polo chimico hanno valori di PFAS misurati solo nei pressi di altri siti produttivi molto contaminati da PFAS.

    Mentre i livelli di contaminazione diminuiscono in modo significativo nei primi 3/5 chilometri a partire dal sito produttivo, è evidente che la diffusione di queste sostanze prosegue anche a qualche decina di km. Infatti, è possibile rilevarle, seppur a livelli nettamente inferiori, nelle uova degli uccelli che nidificano lontano dalla fonte originale di inquinamento.

    Sara Valsecchi: «La ricaduta dei Pfas può contaminare suolo e superfici»

    Dossier Spinetta, storia di un inquinamento

    ALESSANDRIA - L'inquinamento della Fraschetta ha radici lontane nel tempo, ramificate soprattutto nella zona di Spinetta Marengo dove sorge un…

    Che problemi può dare la ricaduta di inquinanti?

    L’analisi delle deposizioni atmosferiche, sono consistenti con i dati divulgati da Arpa ed indicano una presenza in aria soprattutto dei PFAS emergenti come C6O4 e ADV. Durante gli eventi di pioggia, ma anche a causa della deposizione atmosferica di particolato e/o aerosol, questi composti ricadono al suolo e possono contaminare il terreno e le superfici. E’ quindi necessario valutare l’esposizione di lavoratori e abitanti attorno all’azienda a queste sostanze, anche attraverso studi di biomonitoraggio. 

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