‘Curare’ stress da lavoro e imparare la leadership: Ramaplast dà il buon esempio
CASTELNUOVO SCRIVIA – La figura dello psicologo del lavoro è utilissima ma forse ancora poco conosciuta e valorizzata nel nostro territorio per risolvere conflitti interni e lavorare sulla comunicazione e sul benessere organizzativo, per prevenire situazioni critiche a ogni livello.
Il primo passo da superare – come quando ci si rivolge ad un terapista per un disagio personale – è ammettere che l’ambiente aziendale o manageriale richieda un’analisi. Poche aziende in provincia si avvalgono di professionalità del genere perché si mette in gioco prima di tutto il management. Un’impresa illuminata che ne ha colto l’importanza è la Ramaplast S.p.a. di Castelnuovo Scrivia che produce packaging in plastica.
2020: una nuova sfida
Il Covid, anche in questo caso, ha segnato il momento in cui all’interno si è detto ”dobbiamo fare qualcosa”. L’Azienda Ramaplast ha quindi deciso di aprire uno sportello psicologico a disposizione di tutti i lavoratori in orario di lavoro.
Nello stesso anno l’inserimento a catalogo di un nuovo articolo ha avuto un grande impatto sulla produzione che è stata dislocata su due siti con una conseguente crescita di personale che ha fatto emergere nuove esigenze organizzative.
Parallelamente, i progetti futuri con lo psicologo del lavoro crescevano e si è arrivati a voler affrontare anche il tema del passaggio generazionale tra prima e seconda generazione percependo l’importanza di migliorare il dialogo e la condivisione a tutti i livelli.
L’improvvisa scomparsa nella primavera del 2023 di uno dei fondatori, Renato Stella, ha accelerato il processo di passaggio generazionale lasciando Ramaplast con una sfida nella sfida: «Dovevamo gestire al meglio la crescita e le dinamiche interne che non erano più seguite dai soli tre soci ma anche da altre figure che negli anni sono cresciute in azienda».
La diffidenza iniziale
Così si è cercato un professionista con una precisa peculiarità: «Qualcuno che conoscesse il territorio e perché no, sapesse ‘parlare il nostro dialetto’. Una figura in grado anche di infondere ai nuovi arrivati la storia imprenditoriale di stampo familiare».
È stata così chiamata l’alessandrina Sara Angeleri, psicologa del lavoro e formatrice aziendale, specialista nella consulenza alle risorse umane. E anche psicoterapeuta. Con lei è stato impostato un lavoro – durato poi un anno e mezzo e ancora in corso – che ha convinto anche i più scettici.
Alessandro Balduzzi, uno dei responsabili di reparto coinvolto nell’attività spiega: «Inizialmente dubitavo che un corso sulla comunicazione potesse cambiare gli atteggiamenti di alcuni miei collaboratori. Devo dire che però alla fine del breve percorso formativo, le persone mostravano una visione più aperta del lavoro e più consapevolezza delle relazioni in reparto. Ha giovato a tutti».
«L’obiettivo era il passaggio generazionale e la gestione del cambiamento all’interno dell’azienda – spiega la dottoressa – parallelamente abbiamo lavorato sullo sviluppo della managerialità, dei ruoli, delle responsabilità e delle deleghe: chi fa cosa e come prendere le decisioni controllando stress e ansia. Prossimamente avvieremo un percorso di project management per la seconda generazione».
I Responsabili, dunque, sono stati affiancati nella riorganizzazione del board Ramaplast che fosse condiviso e accettato da tutti i dipendenti. «Stiamo avviando inoltre un progetto di coaching individuale in base ai ruoli ricoperti. Con il personale di reparto, invece, sono stati svolti corsi sulla comunicazione efficace e la gestione del team (leadership, conflitti). Nel 2024 partiremo con la formazione al personale amministrativo», continua Angeleri.
Non solo teoria e colloqui, però. «Ci siamo dedicati ad esercitazioni pratiche, come una caccia al tesoro nelle aree all’aperto, per consolidare il gruppo. Non sono mancate altre prove pratiche con esempi su come affrontare problemi che potrebbero sorgere concretamente».
Dopo un anno e mezzo il lavoro vero e proprio della dott.ssa Angeleri prosegue non solo con la formazione ma anche con lo ‘sportello di ascolto’.