Aso Al-Upo, app per la continuità assistenziale dei pazienti Hiv
Lo strumento è capace di facilitare il controllo da remoto delle condizioni di salute autoriferite dal paziente
ALESSANDRIA – L’Azienda Ospedaliera di Alessandria, nell’ambito delle attività di ricerca coordinate dal Dairi diretto da Antonio Maconi, ha ideato insieme all’Upo una applicazione per garantire continuità assistenziale ai pazienti Hiv positivi.
In particolare, il progetto “HealthcAre sUppoRt fOr Remote HIV pAtients” ha l’obiettivo di integrare nella normale assistenza dei pazienti seguiti all’Ospedale l’utilizzo di un’applicazione per smartphone. Capace di facilitare il controllo da remoto delle condizioni di salute autoriferite dal paziente. Permettendo così al clinico di identificare precocemente possibili complicanze, anche di pertinenza non strettamente infettivologica.
App: c’è anche un ‘alert’
Tale applicazione, infatti, consente di impostare un alert per ricordare al paziente di prendere i farmaci. E richiede una conferma dell’avvenuta assunzione, al fine di migliorare l’aderenza terapeutica. È inoltre possibile valutarne il gradimento attraverso la compilazione dei questionari Patient Report Outcomes (PROs). Così da migliorarne sempre di più le prestazioni al servizio dei fruitori.
Il progetto di ricerca, risultato vincitore nel 2022 del concorso “Fellowship Program della Gilead Sciences“, è stato realizzato grazie a uno studio clinico. Vede come Principal Investigator il Dirigente medico di Malattie infettive Eleonora Sarchi, autorizzato dal Comitato Etico.
È frutto della collaborazione multidisciplinare di diverse strutture. A partire dalla Unit Disease Malattie Infettive, il cui referente è Guido Chichino. Fino ad arrivare al Clinical Trial Center, diretto da Marta Betti. E ai Laboratori di Ricerca integrati tra Dairi e Disit, la cui responsabile è Annalisa Roveta insieme al project leader Leonardo Marchese. Tra i quali figura il Laboratorio di Intelligenza Artificiale e Informatica applicata alla Medicina a cui afferisce Massimo Canonico. Che si è occupato della tecnologia dell’app.
Digitalizzare il rapporto
Alla base di questa sperimentazione per i pazienti positivi all’Hiv, infatti, vi è la volontà di digitalizzare il rapporto medico-paziente. Questo, nell’ambito della continuità assistenziale, per consentire una maggiore efficienza dei servizi grazie alla dashboard online. Dove il medico, accedendo con specifiche credenziali, ha a disposizione una serie di informazioni relative all’andamento della terapia e allo stato di salute del paziente.
“Il progetto ci ha messo nelle condizioni di comprendere l’utilità di uno strumento a supporto della normale pratica clinica. – afferma il team di ricercatori – Questa è strettamente correlata a un attento e attivo monitoraggio dell’attività del paziente da parte di personale specializzato dedicato. In conclusione, l’applicazione potrebbe rappresentare un modello innovativo ed esportabile anche per altre patologie. Facilitando la continuità assistenziale e mettendo a disposizione numerosi servizi specialistici a distanza”.
Per effettuare il test anonimo e gratuito dell’Hiv, ci si può recare dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 14 all’ambulatorio di Malattie Infettive del presidio civile (settimo piano, blocco H).