«Il referendum sul Deposito Nucleare? Va fatto prima, e allargato»
L'intervento del Comitato TriNo: «Non ci fa assolutamente paura!»
TRINO – Se si concluderà con una “luce verde” la rivalutazione del territorio di Trino come possibile sede del Deposito Nazionale dei Rifiuti Nucleari (e del Parco Tecnologico), il sindaco Daniele Pane ha annunciato avrà luogo verosimilmente un referendum tra la popolazione del Comune in provincia di Vercelli e alle porte del Casalese.
Sull’ipotesi il comitato TriNo manifesta ottimismo: «Al Comitato – come già specificato in altre situazioni – il referendum non fa assolutamente paura! Il primo ad ipotizzarlo fu l’avvocato Mosca durante il “consiglio comunale aperto” dell’11 gennaio scorso, Pane arriva a rimorchio. Il sindaco di Trino, dopo tutti i no che gli stanno piombando addosso da molte parti, ci pare nervoso e, a nostro modo di vedere, cerca di fare il pompiere dopo che ha appiccato l’incendio, ma a questo punto, se proprio vuole “giocare a fare il democratico”, il referendum lo faccia prima dei pronunciamenti tecnici sulla revisione del territorio, abbia il coraggio di porre a giudizio popolare la propria autocandidatura!».
«Il referendum? Prima, non dopo!»
Proseguono dal Comitato: «Ha, come dichiara di avere, problemi di regolamento? Li risolva velocemente e, al più presto, metta in discussione con la popolazione l’autocandidatura, dopo, a giochi fatti, la consultazione risulterebbe tardiva e pleonastica! Oltretutto inquinata da giochi già fatti: la politica vuole in tutti i modi identificare Trino come territorio nel quale costruire il deposito nazionale, basta leggere le ultime dichiarazioni del ministro Pichetto Fratin e le proposte emendative al Decreto Legge 9 dicembre 2023 n. 181, si comprenderà che il detto popolare “ciò che non è entrato dalla porta (valutazioni scientifiche pre CNAPI e CNAI) lo si vuol far rientrare dalla finestra (D.L. 181, rivalutazione, autocandidatura)” è più che mai vero!».
Una nuova riunione “aperta”?
«Quindi una consultazione referendaria post decisione rischia di essere inutile, ridicola e oltraggiosa, un vero e proprio attacco all’intelligenza della gente. Il Comitato è nato per essere la voce del territorio e sarebbe proprio il caso che i cittadini del basso vercellese e del basso Monferrato si esprimessero nella loro globalità: il Deposito insisterà amministrativamente sul comune di Trino, ma, praticamente, moralmente ed eticamente, su un territorio più vasto, l’ipotesi di Legambiente di una consultazione popolare di area vasta è – da questo punto di vista – più che opportuna. Ancora una cosa, com’è prassi in tutte le campagne referendarie serie, in preparazione della consultazione stessa, i competitori, quelli del Sì e quelli del No, si confrontino pubblicamente con la popolazione, adesso, a giochi non ancora definiti; a fronte di ciò chiediamo al sindaco di Trino di partecipare ad una riunione veramente aperta agli interventi del pubblico, ci indichi una sede adeguata (capiente), per la data e la pubblicizzazione della medesima ci penseremo noi. Il Comitato non ha timore del giudizio popolare, ci mancherebbe altro, a patto che le proposte di democrazia siano serie, senza trucco alcuno e rispettose dei diritti preventivi della popolazione e del territorio» concludono da TriNo.