Coinvolgimento, idee ed empatia: De Raffaele si è preso la Bertram
In un mese il tecnico ha conquistato il pubblico e cambiato la squadra. "Sono fatto così: vivo di emozioni"
TORTONA – Empatico con i tifosi, scatenato nell’esultanza, attento a coinvolgere tutti i giocatori. Walter De Raffaele, il capo allenatore di Tortona, in un mese ha conquistato pubblico bianconero e cambiato la Bertram. Vediamo come.
Idee per la squadra
WDR ha cambiato quintetto, redistribuito gerarchie, scambiato il deludente Noua con il promettente Kamagate e ridato entusiasmo ad una squadra che nelle ultime settimane della gestione Ramondino appariva troppo piatta. All’interno del roster minuti e gerarchie sono stati ridefiniti. Obasohan è tornato nello starting five al posto di Candi, Severini è stato promosso titolare, Strautins (impiegato come Weems anche da 4) ha visto aumentare spazio e responsabilità.
Altro aspetto che filtra dal lavoro in palestra e non solo è la capacità del tecnico livornese di coinvolgere tutti e di tenere il gruppo sulla stessa lunghezza d’onda. Il bilancio in campionato della gestione WDR è 2 vinte e 2 perse. Anche se bisogna dire che le due sconfitte (Napoli all’esordio e Milano in trasferta) sono state battagliate. Larghissimo il successo con Scafati, importante e meritato in volata quello con Venezia.
Empatia e passioni
Con il pubblico bianconero sta nascendo un feeling. “Questa empatia con i tifosi penso sia fondamentale – spiega il tecnico -. Il pubblico ci deve trascinare ma è l’atteggiamento della squadra che deve venir prima”. Gli applausi del pubblico al termine della partita per il suo allenatore sono significativi e non scontati. Segnale di feedback che De Raffaele sta ottenendo dai tifosi bianconeri. Da parte sua il coach è, per chi non lo conosceva prima, una sorpresa in termini di energia verso la squadra e il pubblico stesso.
“Io sono sempre stato così – spiega -. Quando allenavo l’Under 19 a Livorno facevo così, l’ho fatto in prima squadra davanti a settemila persone, sono andato a Pavia e ho fatto uguale. Sono fatto così: vivo di passioni e di emozioni. Mi piace avere relazioni con le persone mi piace trascinare. Non perché voglio fare il cretino ma perché mi mette in partita. Sono stato giocatore e so cosa vuol dire. Questo è il mio modo di stare dentro le cose, farò sempre così. Quando mi vedrete passivo in panchina vorrà dire che ho smesso di allenare”.