“Siccità, accelerare sul piano invasi per raccogliere acqua”
L'associazione preoccupata per le campagne e i pascoli
TORINO – La Regione Piemonte ha chiesto pochi giorni fa lo stato di calamità a causa della siccità.
Coldiretti concorda sulla necessità di fare qualcosa. “L’inizio d’anno bollente con una temperatura superiore di 1,6 gradi rispetto alla media storica aggrava la siccità nelle campagne. E manda la natura in tilt”.
È quanto emerge da una analisi dell’associazione sulle rilevazioni Isac Cnr relative al mese di gennaio 2024 nel confronto con la media del periodo 1991-2020. In Piemonte, di fatto, la portata d’acqua del Po è dimezzata e gli altri fiumi si trovano in condizioni simili. Le precipitazioni si sono ridotte del 25% rispetto alla normalità in questo periodo. Le temperature regionali sono superiori alla media di 1,7°C: è stato il quinto gennaio più caldo dal 1958, secondo i dati di Arpa.
“Siccità, necessario pianificare”
“Da nord a sud della nostra Regione, iniziano ad esserci i primi segnali legati alla siccità. – analizzano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – L’assenza di piogge e la poca neve caduta mettono a rischio le semine di cereali e legumi, i pascoli, l’ortofrutta, le vigne. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. M è anche il settore più impegnato per contrastarli. E tale obiettivo richiede un impegno ed una maggiore flessibilità da parte delle istituzioni competenti”.
“In questo scenario – proseguono – serve un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione idrica. Ed è necessario, attraverso un’attenta pianificazione, mettere in atto interventi strutturali per efficientare le risorse idriche. Magari anche attraverso l’impiego dei fondi dello Sviluppo rurale. Servono investimenti con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza. Come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%. Come? Attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica”.