Derthona Timorasso: ombre francesi sul celebre marchio?
A una settimana dalla fiera Derthona Due.Zero, un'indiscrezione clamorosa scuote il mondo del vino locale
TORTONA – Dopo anni di letargo, ormai non passa mese senza che il mondo del vino tortonese con il Timorasso Derthona attiri attenzione: non si è ancora spenta fra gli addetti ai lavori l’eco dell’acquisizione, da parte di uno dei gruppi finanziari più importanti del paese, di una storica azienda agricola locale che è già trapelata una notizia che, se confermata, provocherà un vero e proprio terremoto sui Colli Tortonesi, zona notoriamente poco sismica.
L’origine del marchio Derthona
Per meglio comprendere la portata della notizia occorre una premessa: alla fine degli anni novanta, quando lo sparuto gruppo di produttori di Timorasso ha avuto la certezza delle straordinarie qualità, potenzialità e caratteristiche genetiche di questo storico ed autoctono vitigno, si è pensato di tutelarlo non in modo restrittivo – cioè bloccando l’utilizzo del nome come è successo all’Erbaluce – ma “alla grande”, ossia registrando per la categoria merceologica vino il marchio Derthona e condividerlo in etichetta esclusivamente per un vino bianco ottenuto da uve Timorasso provenienti dalle sei valli tortonesi, con almeno un anno di invecchiamento e nella tipologia classica o se preferite “fermo”.
Questa idea ha anticipato l’attuale Doc Timorasso dei colli tortonesi di almeno cinque anni e soprattutto è stata condivisa dalle più importanti realtà produttive della zona che annualmente si affacciano sul mercato con il Timorasso. Un fatto ancora più straordinario è che le aziende di Langa, Monferrato e Gavi, che affrontano i mercati mondiali con i loro grandi vini territoriali – Barbaresco, Barolo, Gavi, Ovada, Nizza – in etichetta oltre alla Doc Colli Tortonesi propongono con un campo visivo ancora maggiore la parola Derthona.
L’interesse dei grandi gruppi francesi
Qui però sta l’inghippo: voci non confermate riportano che un grande gruppo finanziario legato alla moda e proprietario di storici marchi di profumi, abbigliamento, vini, champagne e distillati abbia individuato in ‘Derthona’ non il territorio, ma il marchio per una nuova linea di prodotti con cui affrontare la grande crisi prevista per il prossimo futuro nel mondo del vino. ‘Derthona’ all’interno di questo progetto diventerebbe il brand di tre vini: uno rosso dalle uve superflue di Bordeaux, un metodo champenois da aree più fredde della classica Champagne, e un vino da uve piemontesi di Barbera vinificato però ‘in bianco’. Avrebbero anche individuato il testimonial dell’iniziativa in un volto nuovo e rampante come quello del tennista Jannik Sinner, che in questo momento più che mai incarna l’immagine dell’italiano vincente nel mondo.
Questo è il motivo per cui da mesi i vertici del locale Consorzio di tutela, proprietario del marchio, sono contattati e pressati dagli emissari della multinazionale. Non risulta che l’opportunità sia stata discussa all’interno del consiglio di amministrazione in quanto, al momento, della richiesta sono al corrente solo pochi e selezionati membri consiliari. Il portatore d’interesse è molto motivato nel proporre al Consorzio i fondi per valorizzare a livello mondiale questo areale, non solo per il vino ma per gli altri prodotti: uno su tutti le pesche di Volpedo. La discussione si sta sviluppando comprensibilmente sottotraccia in quanto se fosse resa pubblica creerebbe una notevole turbativa per le prossime elezioni comunali di Tortona previste a giugno.
Le voci dal territorio
Le voci, per ora, rimangono non confermate: con discrezione ho provato a contattare alcune aziende produttrici di Timorasso ‘Derthona’ e in mezzo ad altre domande sondare il terreno ma nessuno è risultato essere a conoscenza della cosa. Soltanto in un caso mi è stato consigliato, attraverso una maliziosa battuta, di domandarmi piuttosto perché non fosse ancora arrivata la Doc Derthona mentre durante un’altra conversazione mi è stato detto che volendo ci metterei pochissimo a capire l’identità dei produttori coinvolti, che è una frase che dice tutto e niente. Di fronte alla mia insistenza è stato ribadito a mezze parole che se ‘il mio amico’ fosse responsabile di una ‘fesseria’ simile, gli converrebbe da Monleale andare fino a Zocca a piedi dal suo enologo Vasco Rossi e così sì che si promuoverebbero non solo le Terre Derthona ma tutto il loro Appennino.