Zonta colora la Provincia di arancione contro la violenza
Con l'adesione di 24 comuni e il patrocinio dell'ente guidato da Luigi Benzi e di Me.dea
ALESSANDRIA – Dieci anni di ‘Orange the world’. Perché per le Nazioni Unite è l’arancione il colore contro la violenza sulle donne e ogni forma di violenza di genere. “Un colore che illumina il cammino di chi sceglie di uscire dal buio di maltrattamenti, abusi, fisici e verbale, sottovalutazione, limitazione o negazione della libertà e della dignità”.
A sottolinearlo è Nadia Biancato, presidente di Zonta Club Alessandria. Che ha coinvolto i Comuni e ha raccolto le adesioni di 24 centri, che riempiranno di contenuti i 16 giorni di mobilitazione, dal 25 novembre al 10 dicembre, anche prima come già questa sera, a Masio, prima tappa di un calendario importante, “perché è una presa di coscienza forte, che deve durare per 365 giorni all’anno”.
Orgoglioso, Luigi Benzi, presidente della Provincia (e sindaco di Quargnento, che organizzerà uno dei momenti), che da Palazzo Ghilini parta questa enorme onda arancione, “donne e uomini insieme. E gli enti locali al fianco: dobbiamo dire, anche attraverso i servizi garantiti e le sinergie con chi opera con grande professionalità, come Me,dea, che nessuna e nessuno sarà mai lasciato solo“.
E che, come recita il claim della campagna, è fondamentale “riconoscere la violenza per prevenirla“.
Arancio, non rosso
Dieci anni che, in tutto il mondo, il 25 novembre, e sempre quando si lavora per eliminare la violenza di genere dalla società e per fare cultura del cambiamento, l’arancione è il colore. “Eppure ancora oggi c’è molto rosso: nella panchina inaugurate, nelle scarpe, negli altri segni distintivi. Il rosso è il colore della violenza, non della speranza di venerne fuori. Può funzionare solo se – aggiunge Biancato – quelle panchine, e altri allestimenti, come suggerisce la sindaca di Casalcermelli, Antonella Cermelli, sono un tributo alle vittime di femminicidi“.
“Siamo felici, noi zontiane, che per la prima volta il percorso avviato nel 2012 dal nostro club, con le prime adesioni di Castelletto Monferrato e Borgoratto, oggi veda al nostro fianco una schiera di Comuni che, con noi, faranno sensibilizzazione, soprattuto parlando ai più giovani. Perché i dati recenti certificano che l’età media delle vittime, e dei carnefici, si è abbassata e tutti noi abbiamo ancora negli occhi e nel cuore la storia di Aurora, 13 anni, buttata giù dal settimo piano”.
Quali sono i centri in prima linea? Bistagno, Borgoratto, Castelletto Monferrato, Capriata d’Orba, Carpeneto, Cartosio, Casal Cermelli, Felizzano, Francavilla Bisio, Frascaro, Fresonara, Fubine Monferrato, Gamalero, Masio, Mirabello Monferrato, Monleale, Occimiano, Pasturana, Pecetto di Valenza, Predosa, Quargnento, Sala Monferrato, Tassarolo e Sezzadio.
Proprio il comune guidato da Giancarlo Triggiani è stato sorteggiato per ricevere il drappo, con il disegno di ‘Orange the world’, il claim e i loghi di Zonta, Provincia e Medea. E il primo cittadino si è commosso, “fatico a trovare le parole tanto sono emozionato. Eppure, per il mestiere che faccio (avvocato, ndr), dovrei essere abituato”
Tutte le tappe
Alcune località illumineranno di arancione il Palazzo comunale, la torre, un edificio simbolo. Altre esporranno un drappo arancione, e quello di Pasturana è lungo oltre otto metri. “Per sensibilizzare la popolazione a riconoscere le diverse forme di violenza, per prevenirla. Nessun atteggiamento può essere sottovalutato”, insiste Biancato. Anche le parole, anche le immagini nel racconto devono diventare strumenti di formazione e di sostegno, e non forme di spettacolarizzaione.
Il primo appuntamento questa sera, alle 21, a Masio, in Biblioteca, “Io sono mia”, riconoscere la violenza che uccide anche con la proiezione di alcuni corti dello Zonta Short festival e il dibattito moderato dai componenti della sezione giovani del festival ‘Parole sotto la torre’.
Domani, alle 16, a Fresonara, l’inaugurazione della panchina arancione.
A Cartosio, domani dalle 18.30, “Mettici la faccia”, la registrazione di videotestimonianze, che proseguirà domenica, dalle 10.30.
Per il 25 Monleale coinvolgerà tutte le attività commerciali con vetrine e allestimenti in arancione.
Martedì 26, dalle 10, a Occimiano, l’incontro con gli studenti delle medie.
Giovedì 28, ad Alessandria, al PalaConi, un minuto di silenzio contro la violenza prima della partita dell’Alessandria Basket Femminile contro Pink Torino.
L’esempio di madre Michel
Domenica 1° dicembre, alle 15.30, a Carpeneto, in piazza Vittorio Emanuele II, l’anteprima del progetto ‘difiloinfilo contro la violenza sulle donne’, che sarà vento nazionale a maggio 2025.
Il 2 dicembre, a Quargnento, alle 21, nella sala intitolata a Carlo Carrà, l’incontro “Violenza ad Arte: sei secoli di abusi”.
Il 6 dicembre, alle 21, a Tassarolo, ‘EduCare’ conferenza per genitori e insegnanti per migliorare le relazioni.
L’8 dicembre, a Pecetto, tutto il paese si radunerà nel parcheggio di strada Fontaino per il “Ritratto di un No”, foto con tutti i cittadini che vogliono fermare la violenza. Il piazzale sarà poi intitolato alla Beata teresa Grillo Michel, “che ha scelto di essere dalla parte delle utime, delle donne in difficoltà, creando la rete della solidarietà e non è una coincidenza che il mantello sotto il quale raccoglieva le migliaia di casi fosse anche arancione. Lei che – insiste Luciano Orsini – non portava scarpe rosse, ma rotte”
Al fianco di Me.dea
Ogni iniziativa di Zonta è fatta insieme a Me.dea. “Gli accessi ai nostri centri antiviolenza, tra il 2022 e il 2023 sono cresciuti del 25 per cento – sottolinea la vicepresidente Carlotta Sartorio – un trend che purtroppo continua, con un 7 per cento in più nel primo semestre del 2024. Al 30 ottobre abbiamo registrato 225 nuovi accessi, che si sommano ai casi che seguiamo da più tempo, almeno una ottantina. Da quando siamo nate come centro oltre 2500 donne si sono rivolte a noi“.
Significativo anche un altro numero, “nei nuovi casi sono coinvolti, come vittime di violenza assistita, 238 minori, i figli delle vittime“.
Me.dea, che è parte della rete DiRe ed è uno dei due centri riconosciuti dalla Regione Piemonte, ha anche cinque case rifugio, “per le donne in pericolo di vita e i loro figli”, tre case in semiantonomia e una casa di emergenza. “Siamo impegnate anche a trovare percorsi di ingresso nel mondo del lavoro, anche grazie all’accordo con la Fondazione Viva di Confindustria, perché l’autonomia economica è fondamentale per una donna che prende la decisione, spesso difficile, di lasciare la casa e il maltrattante per crearsi una nuova vita per sé e la prole”.
Tre le parole d’ordine di Me.dea, ogni giorno: “responsabilità, impegno, coraggio“. E una conoscenza sempre più capillare sul territorio, ora grazie ai Comuni coinvolti in ‘Orange the world’, “per avere sempre più alleate, e alleati, per il cambiamento”.