Società
Massimo Brusasco  
20 Dicembre 2024
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Gelindo, cent’anni di gratitudine (per Alessandria)

Un docufilm per raccontare la 'divota cumedia' che compie un secolo. La storia, i protagonisti, la finalità benefica

ALESSANDRIA – Gelindo compie cent’anni e al pastore abituato a farci compagnia tra dicembre e gennaio dobbiamo essere grati.

Dobbiamo esserlo perché  ci regala spensieratezza. Ci accompagna per mano a (ri)scoprire l’atmosfera autentica del Natale, senza paillettes e auguri di facciata, ci fa riflettere sui significati della vita (tra le righe, ma non solo) e ci fa sorridere con la ‘businà’, l’unica cosa che si discosta dalla ritualità di un copione sempre uguale a se stesso.

 

Gelindo, un punto fermo

A Gelindo dev’essere grata Alessandria che in lui ha un punto fermo, un appiglio, una certezza, una coperta di Linus, come raccontiamo nel docufilm intitolato (appunto) ‘Gelindo, cent’anni di gratitudine’, prodotto dal quasi centenario ‘Piccolo’ per omaggiare un coetaneo che non è stato fermato neanche dalla guerra e dalla pandemia.

Gelindo, cent’anni di gratitudine (per Alessandria)

Alessandria, Gelindo compie cent'anni

ALESSANDRIA - Gelindo compie cent'anni. E ha mille motivi per festeggiare. Domani, sabato, ne verranno illustrati molti: appuntamento alle ore…

A Gelindo dev’essere grato anche chi ama il dialetto, chi vuole rilassarsi per un paio d’ore sulle poltrone del Teatro San Francesco (lo sapete che sono quelle che vennero dismesse dalla Sala Ferrero?) e anche chi, bisognoso, bussa ogni giorno alla porta della mensa di carità, alla quale vengono destinati i proventi delle repliche.

Gelindo, cent’anni di gratitudine (per Alessandria)

Alessandria, Gelindo omaggiato da Riccardo Guasco

ALESSANDRIA - Gelindo parte in anticipo. D'altronde, cent'anni mica si festeggiano in un giorno solo, anzi. E così da oggi,…

Chi va a teatro (debutto il 25 dicembre alle 21), dunque, è certo di ammirare uno spettacolo ben curato, gradevole e sorprendente perché senza sorprese. Ma sa anche di contribuire a una nobile causa, grazie all’associazione San Francesco che, nel 1924, adottò un pastore (e la sua famiglia), senza abbandonarlo più.