Bertram, un anno di De Raffaele: “La nuova arena mi emoziona”
"Vorrei legare il mio nome ad una prima volta di Tortona. Manresa mi brucia. Gohram sarà il nostro nuovo acquisto"
TORTONA – Un anno di Walter De Raffaele. Il 26 dicembre 2023 il tecnico livornese veniva presentato ufficialmente come capo allenatore della Bertram. Un anno dopo si appresta ad affrontare la capolista Trento (domani, PalaFerraris, ore 16.45) e, soprattutto a debuttare nella nuova arena della cittadella dello sport “Pietro e Marcellino Gavio” (data prevista 25 gennaio).
Dopo oltre 350 partite in Serie A e 200 vittorie (l’ultima domenica scorsa a Pistoia) questo è il personale bilancio del tecnico che un anno fa assumeva l’incarico di guidare nel futuro il Derthona Basket.
Torniamo indietro nel tempo ad un anno fa e alla chiamata di Tortona, in quel momento in crisi di risultati e terzultima in campionato.
“In quel periodo ero fermo – ricorda De Raffaele – e pensavo di andare ad allenare all’estero. Avevo dei contatti avviati e avrei accettato la destinazione dopo le Feste (Turchia e Israele, ndr). Poi è arrivata la chiamata di Beniamino Gavio che ha cambiato i miei programmi. Mi ha colpito per l’educazione e la semplicità con cui mi invitata fare un colloquio per il mattino seguente. Ci siamo trovati negli uffici del Gruppo Gavio e abbiamo trovato un accordo in cinque minuti. Tortona era una delle poche piazze che, onestamente, avrei accettato in Italia.
Poi ho conosciuto Marco Picchi, Ferencz Bartocci e la buona impressione che avevo avuto al telefono è stata confermata. Avevo grande desiderio di ricominciare ed ho affrontato tutto con grande positività in una situazione non facile di classifica. Ricordo un ambiente della città di Tortona un po’ ovattato per via delle Feste, ma che mi ha subito fatto respirare un clima di familiarità. Una comunità che vive e respira per i Leoni. Tutto è stato rapido, intenso e piacevole”.
E in campo le cose hanno subito funzionato…
“Ho trovato disponibilità dai giocatori. Abbiamo svoltato la stagione, arrivando ai playoff, con un solo cambio Noah-Kamagate. Diversi giocatori si sono rigenerati, cito per tutti Strautins che oggi è diventato un giocatore di livello assoluto. Ma tutto intorno alla squadra ho trovato entusiasmo e calore: proprietà, management, staff, tifosi… non è retorica: io ho sempre vissuto di questo”.
Bilancio di questo primo anno a cavallo di due stagioni?
“Molto, molto positivo. La passata stagione abbiamo fatto una bella cavalcata raggiungendo i playoff; quest’anno stiamo facendo quello che dobbiamo fare, essendo competitivi con tutti. Abbiamo vinto e perso, ma anche nelle sconfitte nessuno finora ci ha dominato”.
La vittoria più bella e la sconfitta più amara?
“Le vittorie più belle sono quelle ai playoff con Bologna, per il clima che si era creato. La sconfitta che brucia più di tutte è quella di Manresa. Ci eravamo guadagnati le Top 16 e al completo sono convinto che sarebbe andata diversamente. Quella è difficile da digerire”.
Lei sarà testimone e protagonista del debutto storico nella nuova arena. Ma come vorrebbe legare il suo nome a quello di Tortona? Vincendo un titolo?
“Entrare per la prima partita nel nuovo palasport significa far parte della storia di questo club e mi riempie d’orgoglio. Un titolo non viene dimenticato, certo, ma mi piacerebbe comunque legare il mio nome qui ad una prima volta per Tortona… lanciare giocatori, lasciare un’eredità, far crescere la struttura…”.
De Raffaele impegnato sul campo, ma anche attento alla crescita e al coinvolgimento di tutte le componenti del club. In che ambito si deve crescere?
“Quando ci sono competenza, ambizione e umiltà si può sempre crescere. Queste caratteristiche qui ci sono e io sono sempre disponibile a dare il mio punto di vista e mettere a disposizione la mia esperienza. Vedo disponibilità a fare un passo avanti in tutti gli ambiti, siano essi management, marketing, comunicazione. Si fanno e si faranno errori, ma anche quelli servono per migliorare”.
E’ soddisfatto della squadra in questa prima parte di stagione?
“La squadra sta lavorando tanto mettendo il gruppo davanti a tutto. Si lavora sodo per superare i limiti ed imparare. Questo è un gruppo sano e con i gruppi sani si superano le difficoltà. E poi mi spiace che nessuno sottolinei che tra le squadre di vertice solo noi, per una scelta precisa, abbiamo 5 stranieri e 7 italiani che giocano. Si parla tanto di far giocare gli italiani ma poi non si sottolinea chi davvero lo fa.
Noi la scorsa estate abbiamo fatto una scelta progettualità nel tempo su un gruppo di giocatori che vogliamo far crescere per tenerli a Tortona ed avere in futuro un nucleo forte di giocatori da implementare”.
Da quale giocatore si aspetta un passo avanti nel 2025?
“Penso che il nostro nuovo acquisto per il 2025 possa essere Gohram da quale ci aspettiamo di più. Spiace che proprio quando Justin cominciava a far vedere le sue qualità si sia infortunato”.
Che proprietario è Beniamino Gavio e com’è il rapporto con lui?
“Un proprietario che si pone con tutti ad un livello di collaborazione e non di superiorità. Un proprietario che non impone, ma mette tutti in condizione di lavorare insieme al meglio. Il mio rapporto con lui è ottimo. Quando può viene agli allenamenti, ci confrontiamo, ci sentiamo, chiede, s’informa”.
Nei giorni scorsi siete entrati nella nuova arena per gli auguri di Natale. Quali sono state le prime impressioni sue e dei giocatori?
“Un’impressione bellissima. C’è una cura del dettaglio massima. Mi ha emozionato e anche i giocatori americani sono rimasti molto colpiti. Per i tifosi che da dieci anni viaggiano per vedere giocare la squadra, poterlo fare nella nuova arena di Tortona sarà qualcosa di clamoroso”.