La pioggia non ferma il presidio per Ange Jordan
Quasi duecento persone al presidio per mostrare solidarietà verso il povero ragazzo assassinato in stazione
TORTONA – C’erano quasi duecento persone nonostante la pioggia battente e il freddo al presidio organizzato da ‘Tortona non odia’ questa mattina: un ‘gran mare di gente’ che ha voluto mostrare con la propria presenza la vicinanza almeno spirituale alla famiglia di Ange Jordan Tchombiap, vittima di un accoltellamento in stazione giovedì scorso, e che ha ribadito a gran voce come nonostante alcuni commenti sui social la città di Tortona sia accogliente e antirazzista.
“Vogliamo sicurezza – ha detto una delle organizzatrici del presidio – perché la criminalità non ha colore e deve essere combattuta in ogni sua forma. Siamo qui per ribadire il nostro antirazzismo e antifascismo, sognando un mondo dove finalmente tutti possiamo essere uguali”.
“Andiamo verso un mondo diviso”
Ha quindi preso la parola Remo Grasso, responsabile del centro ‘Isola Bella’ di Isola Sant’Antonio dove Tchombiap risiedeva da un paio di mesi: “La nostra comunità di accoglienza ha ricevuto moltissima solidarietà: questo non è un episodio isolato, non è successo per una disgrazia ma perché c’è un problema sistemico in questo paese che lascia ai margini chi vuole lasciare ai margini. Le persone che non appartengono a una certa classe sono considerati cittadini di serie B e stiamo andando verso un mondo che esalta questo tipo di divisione di classi”,
Il presidio si sposta ai giardini
Dopo un breve momento di raccoglimento intorno ai fiori e alle candele deposte sul luogo dell’accoltellamento, il presidio si è spostato nei giardini della stazione dove altri oratori hanno preso la parola uno dietro l’altro chiedendo al sindaco Federico Chiodi di proclamare il lutto cittadino e ricordando come sabato prossimo sempre nei giardini davanti alla stazione si terrà una seconda manifestazione assieme alla comunità camerunense tortonese. E’ inoltre in corso una raccolta fondi per consentire alla salma del povero Ange Jordan di poter ritornare in Camerun dove essere sepolto.