È la coda che fa scodinzolare il cane
L'Intelligenza Artificiale per realizzare video non serve solo per produrre contenuti scherzosi, ma può offrire nuovi modi per fornire assistenza alle persone e ai professionisti
Se leggete che sono stati girati i primi spot pubblicitari con l’Intelligenza Artificiale, non credete ai vostri occhi. Non perché siano falsi: in molti casi infatti, si tratta di frammenti generati da un algoritmo e poi cuciti insieme da un essere umano con occhiaie da post-produzione e un gusto per le dissolvenze che ChatGPT si sogna.
La verità è che l’AI non ha ancora imparato l’arte della regia. Sa costruire un volto, ma non un’emozione. Sa accendere le luci, ma non cogliere l’ombra dietro uno sguardo. Può generare un’intera scena con due righe di prompt, ma non sa cosa significhi “quella scena lì, che ti rimane in testa”.
Il vero potenziale di questi strumenti – da Sora a Runway, passando per Genmo e Leonardo – non è nel fare tutto, ma nel far risparmiare il tempo necessario per fare meglio. Il loro mestiere non è quello di sostituirci, ma di sollevarci da quella parte di lavoro dove la creatività si inchioda alle noie operative. Pensate a un’agenzia che deve presentare una campagna.
Con queste AI può creare in un pomeriggio una bozza visiva che una volta avrebbe richiesto una settimana di riunioni, storyboard, illustrazioni e lunghe mail con l’oggetto “versione definitiva 7-bis-ok”. Ora può visualizzare, cambiare, testare, correggere in tempo reale.
Certo, non tutti usano questi strumenti con buone intenzioni. Heygen finisce spesso sotto accusa per aver alimentato l’industria dei video “deep fake”: politici o celebrità che pronunciano tesi incredibili. Ma ridurre questa tecnologia al suo lato oscuro è come biasimare Photoshop per i fotoritocchi e ignorare che ci ha insegnato a guardare le immagini con occhi più critici.
Applicazioni professionali dei video AI
Se pensiamo però che queste opportunità siano circoscritte al mondo della comunicazione, allora occorre considerare la cosa da un altro punto di vista. Il vero salto arriverà infatti quando queste AI non lavoreranno più a braccio, ma su misura. Istruite con dati aziendali, procedure interne, specifiche tecniche, saranno in grado di produrre contenuti operativi, non solo promozionali.
Un tutorial per l’installazione di un impianto, una video guida per un manutentore sul campo, un supporto visuale per chi è lontano dalla sede centrale ma vicino a un problema da risolvere. Per ora ci divertiamo con trailer immaginari e avatar parlanti, ma dietro questi “giochi” si nasconde una rivoluzione più profonda. Come si dice in inglese, “it’s the tail wagging the dog”. È la coda che fa scodinzolare il cane.